Panoramica
Percorso impegnativo nel “regno” dei conti di Collalto, tra il castello di San Salvatore e quello di Collalto. Un primo tratto pianeggiante per riscaldamento poi una salita impegnativa di 3k. A seguire un tratto ondulato su terreno agile per spingere in velocità (o per ammirare il paesaggio) e un ritorno in discesa nel bosco con 4 k trail. Si conclude con 2 k pianeggianti.
Possibilità di evitare i 4 k nel bosco e rientrare per strada asfaltata riducendo il percorso di 3 k.
Chilometraggio
Km 14,500
Dislivello positivo
D+ 290 metri
Descrizione tecnica
Dal parcheggio si prende via Sottocroda, per un primo tratto pianeggiante di 2 km.
In questo primo tratto si passa sotto il castello di San Salvatore
Superata la casa sulla sinistra seguendo la strada principale che curva a destra, pochi metri dopo, si prende il sentiero sulla sx e ci si addentra nel bosco.
Qui il sentiero si fa impervio, con una buona pendenza e con il fondo sconnesso.
Per questo sentiero si sale nell’ombra per 3 k
Alla stazione del gas, con vista sul Montello, si tiene la sinistra e inizia la discesa su asfalto
….. con vista sul castello di Collalto
Giunti alla fine della discesa, si tiene la sinistra salendo per la strada asfaltata
Al sesto km si incontra una fontana, ottima per ristorarsi
Al 7^ km si rientra nel bosco e poco dopo altri 2 km si incontra nuovamente la strada asfaltata e qui si tiene la sinistra per via Tombola.
Al km 9,5 si tiene la sx superando un cancello. Qui inizia una bel tratto di sentiero nel bosco, in discesa, per 4 km. Noi, come tantissime altre persone, hanno ignorato il cartello di divieto d’accesso 🙂
Se invece di addentrarsi nel bosco si procede dritti si accorcia il percorso di di quasi 3 k e si percorre tutta strada asfaltata fino all’arrivo.
Al 11^ km termina la discesa e si tiene la dx
Superato il successivo cancello, si tiene la dx e si ritorna in vista del castello di San Salvatore sul percorso fatto all’andata e dopo un paio di km si ritorna al punto di partenza.
Punto di partenza
Parcheggio dell’Oratorio dell’Annunziata che si raggiunge dalla Pontebbana dalla rotatoria che porta alla cantina Collato
Profilo altimetrico
Mappa
Traccia GPS
Punti di interesse
Il percorso si snoda nelle colline dell’ “impero” dei Collalto, nobile famiglia che estese le sue proprietà su gran parte dell’alta marca trevigiana e dominò la scena politica della Treviso del 1300. I Collalto si distinsero per ingegno e coraggio. Dominarono la scena militare dell’alta marca trevigiana del XIII secolo, contrastati dall’altra potente famiglia feudale: i Da Camino. Le storie s’intrecciano con gli Ezzelini ed i Camposampiero, rendendoli protagonisti di quello che fu il periodo più vivace e delicato dell’epopea feudale italiana, che portò ben presto alla costituzione dei liberi Comuni nelle grandi città di pianura. I Collalto furono condottieri militari per l’Imperatore e parteciparono ad alcune Crociate.
Oggi Collato significa una moderna e dinamica realtà imprenditoriale nel settore vinicolo, della produzione alimentare, della ristorazione dell’ospitalità di lusso.
Il castello si trova in posizione strategica per controllare il passaggio lungo il fiume Piave, tra i colli di Susegana ed il Montello, ed ebbe notevolissima importanza nel medioevo, fino alla ‘donazione’ (o annessione) alla Repubblica Veneta.
I principi di Collalto, tuttavia, conservarono ancora una certa autonomia sulla contea fino alla caduta della Serenissima.
La repubblica veneziana era in effetti uno stato fortemente federale, con amplissime concessioni, con propri statuti, a Comunità, Contee, Regole e Città, specie quelle verso i confini.
Un primo documento, una copia del testamento del 1138 del Conte Alberto in partenza per la Crociata in terrasanta, testimonia dell’esistenza di un castello con chiesa e borgo sul colle di Collalto. Sicuramente, fin dai primi anni del 1100 venne edificato un centro fortificato a guardia del passo sul fiume Piave tra il Col di Guardia ed il Montello. Ad Ensedisio I, Conte di Treviso, venne assegnata la contea dove la famiglia nobiliare, probabilmente di origine longobarda già presente a Treviso fin dal IX secolo, s’insediò definitivamente.
La prima costruzione di un solido castello, ad esclusivo uso militare sul ben protetto colle di Collalto, risale alla prima metà del XII secolo, con l’erezione di un possente torrione di guardia. E’ il gigantesco mastio che ancor oggi spicca solitario tra i ruderi della cittadina fortificata, con quell’aspetto di faccia triste e sbrecciata, testimone del passare del tempo e della storia vissuta.
Dopo l’unione alla federazione Veneziana venne a mancare il ruolo strategico militare ed il castello divenne sempre più edificio civile e artigianale. Per faide interne alla famiglia nel 1585 il castello venne pesantemente devastato.
La costruzione fu iniziata tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo. Nel 1312, quando il castello era ormai concluso, i Collalto ottennero da Enrico VII la piena giurisdizione sulle contee di Collalto e San Salvatore: è l’inizio di un principato che, pur in seno al comune di Treviso prima e alla Serenissima poi, mantenne larghissima autonomia sino al 1797, con l’arrivo di Napoleone.
In posizione dominante, il castello poteva controllare gli abitati circostanti, le principali vie di comunicazione e i traffici sul Piave. Fu per questo coinvolto nelle lotte che nel tardo medioevo coinvolsero Treviso, Padova e Venezia. Ancora nel 1546 il Malipensa lo annoverava tra le opere che contribuivano alla difesa della Marca. Tuttavia, dopo la guerra della Lega di Cambrai il castello aveva perso le sue funzioni militari, evolvendosi quindi in dimora signorile e centro di potere.
In vicinanza del fronte del Piave, durante la Grande Guerra il complesso subì pesanti sconvolgimenti. Vista del ponte levatoio. Foto di Paolo Monti.
Il castello ha subito notevoli interventi, anche distruttivi, sino all’Ottocento. Tuttavia risulta difficile ricostruirne la cronologia dal momento che, durante la prima guerra mondiale, il prezioso archivio dei Collalto è andato perduto in un incendio.
Si ritiene che i lavori più importanti siano stati effettuati nel Cinquecento, applicando al complesso il tipico aspetto dei palazzi urbani.
Come testimonia la documentazione fotografica, prima delle devastazioni belliche San Salvatore mostrava su di sé diversi stili, specie a livello della cinta muraria interna, che tuttavia raggiungevano una notevole sintesi anche grazie alle facciate, omogeneamente affrescate.
Una lettera del 1919 descrive la situazione post-bellica: il castello era quasi interamente crollato e particolarmente gravi erano i danni all’oratorio privato, in cui si trovavano affreschi di Tommaso da Modena e del Pordenone. Solo nel 1943 sono iniziati dei radicali lavori di restauro e ricostruzione, conclusi nel 1950-1951.
Attualmente San Salvatore si articola nella cinta muraria merlata, nel blocco di palazzo Odoardo e nella torre grande assieme alla chiesa di Santa Croce, elementi raccordati ai ruderi di altri edifici.
Emblema inconfondibile del panorama trevigiano, nel cuore del Veneto, cinto dalle dolci colline del Prosecco domina incontrastato da ben otto secoli la pianura fino a Venezia. Inespugnabile fortezza in età medievale, elegante dimora signorile nel Rinascimento, vivace salotto letterario ed artistico di risonanza europea: ecclettico nella forma e nell’anima, oggi come allora è luogo speciale e cornice preziosa di eventi sociali e mondani
Autore
Gianni Marconato. Percorso tracciato da Fabio Sarconato