Panoramica:
Un favoloso percorso ad anello, molto tecnico e per questo da affrontare con scarpe da Trail running o trekking, con salite impegnative (dislivello 1166 m.d+) e discese molto insidiose. Si parte da Segusino, si raggiungono i favolosi borghi di Stramare e Milies percorrendo il Trodo delle Acque, da Milies si prende la salita sterrata che porta alla malga Doc sul Monte Zogo e successivamente il Monte Vallina, per poi ritornare a Segusino lungo la insidiosissima discesa del sentiero CAI 1002.
Visto la presenza di due punti di approvvigionamento d’acqua, non equamente suddivisi nel percorso, consiglio di portarvi una borraccia o altro tipo di riserva idrica.
Chilometraggio:
21,24 Km
Dislivello complessivo
1166 m.d+
Descrizione tecnica
Si parte da Piazza Roma a Segusino, ottimo parcheggio per lasciare l’auto, dove con la fontana alle spalle si prosegue percorrendo Via Italia verso destra e dopo 100 m. si prende la rampa a destra (come punto di riferimento da qui si segue sempre la segnaletica “Trodo delle acque”)
Si prosegue ancora verso destra su Via Riva Secca, dopo 500 m. in discesa su Via Cal di Pont, dopo 300 m. si abbandona l’asfalto e si prosegue lungo la stradina sterrata che costeggia il torrente.
Si prosegue in leggera salita per 1,7 Km. Questo tratto caratterizzato da ponticelli che attraversa il torrente Riú in più punti chiamato Trodo delle acque, si prosegue fino a sbucare al borgo di Stramare.
Dopo una visita al borgo si ritorna al ponte di fronte alla casa con il nome del borgo, si prosegue lungo il sentiero che risale il torrente e da qui la salita si fa più decisa. Non ci sono più i cartelli verdi e bianchi che segnalano il percorso ma si segue sempre il sentiero principale che costeggia il corso d’acqua per 1,8 Km.
Successivamente si arriva ad un passaggio segnalato come Ippovia Tv5 e Gran Raid delle Prealpi (postazione 11), si sale verso sinistra, appena usciti dal bosco si prosegue dritti tagliando il prato, si raggiunge un sentiero e si prosegue verso destra raggiungendo così l’asfalto del borgo di Milies di fronte all’osteria da Romolet.
Per visitare il borgo di Milies si procede verso destra, per proseguire a risalire il Monte Zogo si prosegue invece verso sinistra (da qui, come riferimento, si seguono le indicazioni “N’dar e tornar dal Doc”).
Si risale la strada asfaltata per 1 Km, si prosegue dritti verso lo sterrato e si percorre il Sentiero Europeo E7 per 2,3 Km. Dopodiché si arriva a un ricovero, si abbandona il sentiero E7 e si sale lungo il sentiero a sinistra.
Si prosegue ancora per 2 Km, poi si arriva ad un tornante verso destra con una bacheca all’interno di un’area picnic, e si prosegue nel sentiero che invece si trova a sinistra, nel lato esterno della curva a gomito con il cartello Malga Doc.
Si prosegue per altri 2 km, oltrepassando il cancello di Malga Doc. Si oltrepassa anche Malga Doc de Fora e si taglia lungo la radura in direzione della piccola baita con la targa con inciso Casone dei Bazin che si può notare sulla sinistra. Si prosegue verso destra lungo il sentiero visibile qualche metro più giù.
Successivamente si prosegue in discesa lungo il sentiero 1002 in direzione per Riva Grassa e dopo 1,4 Km si va dritti in salita per il Monte Vallina (da qui come punto di riferimento si seguono i cartelli Anello Della Croera o sentiero CAI 1002 Riva Grassa).
Dopo lo scollinamento del Monte Vallina si prosegue in discesa a sinistra, lungo il sentiero con il cartello Anello Della Croera, una discesa molto tecnica a causa della pendenza e della presenza di numerose rocce e sassi che rendono il fondo molto scivoloso e impervio. E’ una caratteristica riscontrabile lungo quasi tutti i 3 km del sentiero 1002 fino a Riva Grassa.
Dalla vetta del Monte Vallina si scende poi per 500 m. in zona Poset, si continua lungo il sentiero che passa tra la casa ed il capitello, dopo 700 m. si gira a sinistra e si mantiene il sentiero per 1,7 Km fino ad arrivare alla chiesetta di San Barnaba.
Successivamente si prosegue lungo il sentiero che si trova oltre la chiesetta e dopo 500 m. si arriva all’asfalto di Via San Valentino a Riva Grassa e si prosegue in discesa verso destra lungo Via Alcide de Gasperi. Arrivati al capitello si gira a destra, e dopo 350 m. si prende il sentiero a sinistra tra i guardrail prima del curvone a destra. Si ritorna infine sull’asfalto a sinistra, si svolta ancora a sinistra su Viale Italia e dopo 250 m. si ritrova Piazza Roma, luogo dove si aveva parcheggiato il nostro mezzo.
Punti di partenza
Piazza Roma a Segusino
Fontanelle d’acqua potabile
Nel borgo di Stramare
Piazza Roma Segusino
Visto la presenza di due punti di approvvigionamento d’acqua non equamente suddivisi nel percorso consiglio di portarvi una borraccia o altro tipo di riserva idrica.
Profilo altimetrico
Mappa
Traccia gps:
Punti d’interesse
Segusino
Scendendo a valle lungo il corso del Piave, Segusino è il primo comune all’inizio della provincia di Treviso, verso nord. Abbracciato dall’arco pedemontano trevigiano e prima delle dolomiti bellunesi, ha un’altitudine che varia dai 219 mt s.l.m. del centro abitato, fino ai 1394 mt in vetta al monte Zogo. Il territorio si estende su una superficie di 18,14 Kmq ed i paesaggi si uniscono in maniera inconsueta ed incantevole in modo ordinato, con prati fioriti, boschi ombrosi e ruscelli cristallini dove gli uomini sono ancora legati ai ritmi scanditi dalla natura. Il toponimo potrebbe derivare dal latino securus, luogo sicuro e protetto, oppure significare “territorio della Chiusa” (o “che segue la Chiusa”). Conta nel 31/12/2015 1887 abitanti. E’ gemellato con Chipilo (MEX) dal 1982 e Saint Jory (FR) dal 1997.
Fonte e maggiori info su : www.prolocosegusino.it
Borgo Stramare
Stramare (420 m s.l.m.) è adagiato sul fondo della valle che conduce al sovrastante borgo di Milies (680 m s.l.m.) e procede fino alla sommità del Monte Zogo, chiamato anche Doc (1394 m slm), dal quale è possibile ammirare a nord le Dolomiti Bellunesi e scorgere la Laguna di Venezia a sud.
Oggi il borgo è completamente disabitato. Dopo una storia plurisecolare, avviata da carbonai provenienti forse dall’Istria all’inizio del Seicento, attratti da boschi e acqua buona e perenne, rimane la saltuaria presenza di proprietari suddivisi fra locali del capoluogo e villeggianti. All’inizio del Novecento contava oltre 140 abitanti e fino a poche decine di anni fa continuava a vivere in una particolare forma di autonomia con la chiesetta di S. Valentino, la scuola elementare con una pluriclasse, l’osteria, la festa patronale, tradizioni e superstizioni, la socialità nei filò di stalla, solidarietà e cooperazione, la saggia divisione di compiti con modalità radicatesi nel tempo. Poi le maggiori comodità del lavoro e delle abitazioni a valle lo hanno lentamente svuotato. Stramare è anche “il” cognome della gente del borgo, anzi è proprio il toponimo ad aver preso origine dal cognome, e spesso le famiglie si sono formate tralasciando i rischi della consanguineità. Ecco il senso della definizione Stramare. Un borgo, un cognome. Ben presto si sono resi indispensabili i soprannomi, ormai plurisecolari, per distinguere le frequenti omonimie: i Fior, i Stefenon, i Carlin, i Bordon, i Botega, i Chino, i Bazhin… divenuti col tempo identificativi di ogni singolo ramo familiare.
Attualmente Stramare è un delizioso borgo attorniato dal verde, delimitato da piccoli torrenti, caratterizzato da case in pietra, in parte ristrutturate per brevi e rilassanti soggiorni. Il silenzio, la temperatura mite, la presenza di flora e fauna tipiche gli danno un aspetto che riempie l’animo sensibile.
La piccola chiesetta a base circolare di S. Valentino e una antica fontana di pietra rappresentano il “centro del paese”; proprio questi due elementi si fondono ne “el fontanel de san Valentin” la cui acqua, oltretutto particolarmente buona, assume poteri benefici per gli innamorati. Questa stessa piazzetta e tutti gli spazi aperti del borgo si prestano a varie manifestazioni: concerti musicali, declamazione di versi danteschi, mostre a tema, incontri con scrittori, appuntamenti folcloristici. In particolare, alcune vecchie case vengono appositamente riaperte a San Valentino, la festa del patrono. Nell’occasione più importante Stramare si ravviva con la tradizionale messa, la banda e il Coro di Stramare, gli assaggi di prodotti e piatti della tradizione, esposizioni e iniziative varie. Anche nel periodo natalizio, infine, il borgo rivive essendo una tappa dell’iniziativa “presepi nei borghi”, un percorso che tocca varie località del territorio comunale.
Fonte e maggiori info su : www.prolocosegusino.it
Borgo Milies
Genuinità e tradizione si respirano nel piccolo borgo, posto ad un’altitudine di 700 m s.l.m. Il suo nome deriva probabilmente dal latino miles-militis, cioè soldato.
Antichi documenti storici riportano una citazione di Cesare in cui egli afferma di aver reclutato degli ottimi soldati nella valle di Feltria durante il suo passaggio verso nord. Il fondo lastricato della mulattiera (dove a tratti si possono ancora oggi notare i solchi del passaggio delle slitte), che da Riva Grassa attraverso il bosco porta appunto a Milies, è quasi certamente di origine romana. L’abitato di Milies si trova ai piedi del Monte Doc e Monte Cesen che fino a 12.000 anni fa erano ricoperti da un ghiacciaio. Dallo scioglimento del ghiaccio e dall’inevitabile trasporto dei detriti pietrosi a valle si sono formati i terreni moreni, su cui oggi sorge il borgo e dove risiedevano i primi abitanti di Segusino.
Fino alla fine degli anni ’50 la piazzetta del borgo era uno stagno d’acqua, denominata Laguna, che serviva per il fabbisogno casalingo della popolazione e come abbeveraggio per gli animali.
Oggi, sulle case in pietra, delle immagini in bianco e nero riportano scene di vita rurale e ricordano com’era il piccolo borgo un tempo.
Arrivati a Milies ci si può godere la tranquillità del piccolo borgo passeggiando tra le viuzze acciottolate e i cortili che nella bella stagione si colorano di fiori e di rose, quest’ultime che si arrampicano sui muri di pietra delle abitazioni. Dal punto di vista artistico merita la visita la Chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice, conosciuta anche come Chiesetta degli Alpini. Posta su una piccola altura e risalente al 1875, è stata costruita su una preesistente cappella che ancora oggi conserva all’interno dipinti di putti angelici, un medaglione raffigurante Santa Lucia e rappresentazioni di Gesù Cristo. L’altare veneto-barocco è datato oltre 100 anni prima della costruzione della chiesa.
Fonte: veneto360.land
Monte Zogo
Il Monte Zogo, chiamato anche Monte Doch a 1394 m.s.l.m., il punto più alto del comune, offre una vista libera a 360 gradi. Si possono ammirare il massiccio del Grappa, i Monti Berici, i Colli Euganei, le Vette Feltrine e tutta la catena delle Dolominti Bellunesi, dalle Pale di San Martino al Monte Pelmo, la Val Belluna e tutto il percorso del Piave fino al mare. Agli inizi di giugno i prati sono bianchi grazie ai narcisi.
A metà della cresta tra Cima Doch e la Forzhela sul versante nord, nell’estate del 2003 durante una campagna di scavi archeologici sono stati rinvenuti oggetti per la caccia, come lame di pugnale e la loro datazione radio-carbonio ha fornito l’età di 5800 anni circa, equivalente a 4640 anni a.C., che corrisponde all’età del rame.
Fonte: prolocosegusino.it
Monte Vallina
Dalla cima del monte Vallina, (1.067mt s.l.m.) anche se priva di classica croce, si può ammirare la vallata del Piave, il Massiccio del Grappa, i colli Asolani e, nelle giornate limpide si riesce vedere anche la laguna Veneta. Ad est si trova il massiccio del Monte Cesen ed a Nord il Monte Zogo (o Doch) a 1.394 m.s.l.m..
La località Poset, subito sotto, ha il nome collegato al termine posa, infatti fino agli inizi degli anni ’70 sul piccolo piazzale tra le case vi erano due pose, una delle quali alimentata da una piccola vena d’acqua.
Chiesetta di S. Barnaba
L’oratorio di San Barnaba, nel comune di Segusino, è conosciuto con il nome di cesèta del diaolet (chiesetta del diavoletto) perché nella pala del suo altare è ritratto un piccolo diavolo che siede ai piedi di San Barnaba.
Il paese di Segusino si trova in zona pedemontana ed è costellato di chiesette curiose e di oratori da scoprire. L’edificio dell’oratorio di San Barnaba risale al XV secolo: al suo interno l’arredo è molto scarno, tipico delle chiesette pedemontane, ma presenta una pala a cui la chiesetta deve il suo nome.
L’oratorio di San Barnaba è il punto di partenza per arrivare in cima al Monte Vallina. Proprio dall’oratorio parte una stradina che si protrae per circa cinquecento metri circondata da alberi di castagno e da alcune casere: si tratta del sentiero CAI n° 1002. A circa 500 metri di quota è possibile intraprendere una strada rurale lastricata simile ad un sentiero che sale lungo il versante meridionale del Monte Vallina. Lungo la parte iniziale di questo percorso si incontrano numerose casere, alcune ristrutturate ed altre che giacciono abbandonate, e ci si può godere il panorama dei Monti Zogo, Cesen, Orsere e Grappa; a mano a mano che si sale si dispiega la vista sulle vette del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Curiosità:
Il tratto del percorso del Trodo delle Acque fino a Stramare e quello da Milies in salita per 3,5 Km verso il Monte Zogo fanno parte del sentiero E7, il quale appartiene ad una serie di 12 sentieri europei a lunga distanza.
Il suo percorso inizia a Lisbona in Portogallo, poi attraversa la Spagna, supera i Pirenei e dopo la Costa Azzurra arriva in Italia. Attraversato il Monte Baldo scende verso l’Adige, supera il massiccio del Grappa e giunge a Milies per proseguire verso est fino in Romania.
Autore:
Mirco Salvador