Panoramica:
Un favoloso itinerario panoramico in linea (non è un anello) di 12,5 Km e 600 m.d+, percorrendo l’intero Sentiero delle Vedette lungo il crinale delle colline del Prosecco nel tratto che parte da Col San Martino fino ad arrivare alla chiesa parrocchiale di Soligo. Disponibile inoltre una variante che passa per la chiesetta di Collagú.
Il nome del sentiero è dovuto al fatto che era un punto di controllo dell’esercito austro-ungarico: dalla cima di queste colline si poteva, infatti, avere una visuale perfetta su tutta la linea del fronte lungo il Piave.
Un percorso da percorrere con scarpe da Trekking o Trail Running ed una risorsa idrica, in alcuni tratti consiglio l’uso dei bastoncini.
Chilometraggio:
Km. 12,5
Dislivello complessivo:
600 m.d+
Descrizione tecnica
Si parte da Piazza Rovere a Col San Martino, luogo ottimale per lasciare il mezzo.
Con la piazza alle spalle si prosegue verso destra lungo Via Canal Vecchio, poi dopo 120 m. si prende la carrareccia a sinistra tra le due case e si continua in salita tra i vigneti, fino a raggiungere il santuario di San Martino.
Successivamente si prosegue verso destra in discesa fino a ritornare in Via Canal Vecchio, dopodiché si svolta ancora a destra, poi alla prima strada si gira a sinistra e stavolta si continua dritti. Proseguendo fin oltre al campo sportivo, si attraversa il ponte sulla sinistra e alla strada successivo si svolta a destra.
Arrivati alla fine di Via Moliana si svolta a sinistra, dopodiché subito a destra si imbocca la stradina. Alla strada successiva si gira ancora a destra su Via Fontana, la si percorre per 200 m. fino ad imboccare Via S.Vigilio sulla sinistra, inizio del sentiero delle vedette n.002.
Da qui inizia una salita decisa, ripagata da un favoloso panorama verso sud, inoltre dopo 500 m. si raggiunge la Chiesa di S.Vigilio con la possibilità di fermarsi a visitare il luogo sacro.
Superata la chiesa si imbocca la stradina a sinistra segnalata anche dal tabellone illustrativo del sentiero delle vedette n. 002 (che diventa più stretta dopo 600m), poi dopo 500 m., al bivio si gira a sinistra e si prosegue lungo il sentiero, attorniato da vigneti. Successivamente il paesaggio cambia diventando più boschivo: si arriva così in zona Campo Farel.
Si prosegue così sempre in salita seguendo il sentiero n.002 e, dopo 450 m., si raggiunge la cima del Monte Moncader, con la possibilità di visitare una trincea appartenente al fronte austro-ungarico della prima guerra mondiale.
Si mantiene il tracciato seguendo le indicazioni verdi e bianchi n. 002 o le indicazioni Sentiero Nord n.4 e da qui comincia un tratto di sali e scendi di 700 m. che termina raggiungendo la cima del Roccolo.
Dopo 670 m. si raggiunge il Monte Pertegar, dopo 280 m. si arriva a Forcella Xocco. Si mantiene il sentiero centrale per ulteriori 640 m. fino ad arrivare all’incrocio successivo e si prosegue lungo il Sentiero Alpino 4 per altri 200 m. fino a raggiungere le due piccole cime del Col Vinal e Colesie con la possibilità di ammirare un favoloso panorama a 360°.
Si prosegue così in discesa per 560 m. e si svolta a sinistra fino a raggiungere Forcella San Martino. Da qui si continua ancora a sinistra seguendo le indicazioni Sentiero Nord n.5 per 780 m. di continuo sali e scendi.
Raggiunta la stradina successiva si svolta a sinistra e subito al bivio successivo si imbocca prima il sentiero che sale a destra e poi subito una curva ad “U” a sinistra prima della casa.
Si continua così nel bosco, dove dopo 270 m. sulla sinistra è possibile visitare l’osservatorio di Collagú. Si continua oltre quest’ultimo per 350 m., dopo altri 160 invece si svolta ancora a sinistra lungo il Bosco Impero.
Successivamente si prosegue in discesa per 2,3 Km. Alla fine della discesa, con i vigneti di fronte, si continua verso destra e, dopo altri 500 m., si raggiunge il capitello di S. Antonio (sulla destra) con la fontana di acqua potabile per idratarsi.
Si percorrono 500 metri su asfalto e successivamente sulla destra si può notare un viottolo tra due case segnalato dalla freccetta verde e bianca con il numero 002: ci si inoltra. Dopo 180 m. di salita si raggiunge la Chiesa Parrocchiale di Soligo, luogo dove termina il Sentiero Delle Vedette. Anche qui c’è la possibilità di idratarsi grazie alla fontanella del sagrato.
Variante per il santuario di Collagù
Dalla forcella di San Martino si prosegue lungo il Sentiero Sud n. 6 che dopo 300 m. diventa asfaltato. Dopo ulteriori 600 m. si raggiunge il Santuario di Collagù.
Si prosegue così lungo l’asfalto oltre il campanile e dopo 320 m. si ritorna sullo sterrato rientrando nel sentiero delle Vedette.
Punto di partenza
Piazza Rovere Col San Martino
Non essendo un percorso ad anello, o si percorre a ritroso per il ritorno, o si parcheggia un secondo mezzo all’ arrivo nei parcheggi nelle vicinanze della Chiesa Parrocchiale di Soligo.
Fontanelle d’acqua potabile
Consiglio una risorsa idrica a causa della presenza di sole due fontanelle d’acqua potabile verso la fine, una verso l’ultimo Km del tracciato al capitello di S.Antonio e l’altra alla fine, nel sagrato della Chiesa di Soligo.
Mappa
Traccia gps:
Punti d’interesse:
Tempio di San Martino
Interessante come buon esempio di architettura novecentesca è il Tempio di S. Martino che ricorda – facendo eco al nome stesso del paese – il culto intenso e assai diffuso nella zona nei confronti del santo di Tours.
Finito di costruire il 27 luglio 1927 sul luogo dell’oratorio e danneggiato irreparabilmente nel 1918 dalle bombe del nostro esercito.
All’interno del Tempio vi é una piccola urna contenente vari nomi di persone estratti da quelle coppie che chiedono a San Martino la grazia di avere figli impegnandosi poi, a grazia ricevuta, di imporre al neonato il nome estratto. L’usanza é documentata fin dal maggio 1743 ma la sua origine si perde nella notte dei tempi ed ancor oggi decine di coppie, provenienti da molto lontano, si recano al tempio per questo motivo.
Fonte: prolococolsanmartino.it
Antica Chiesa di San Vigilio
Posta in un sito incantevole, la Chiesa di San Vigilio domina dall’alto Col S. Martino e tutta la vallata fino ed oltre il Piave. Essa è sorta intorno al X secolo ed ha subito nei tempi successivi, a causa di distruzioni o delle mutate esigenze della popolazione, almeno due rifacimenti: il primo all’inizio del XV secolo ed il secondo verso la metà di quello successivo. Durante l’occupazione austro-ungarica (novembre 1917- ottobre 1918) anche la Chiesa di S. Vigilio divenne un osservatorio per spiare le truppe italiane attestate sul Montello e benché, a differenza dell’oratorio di S. Martino, non sia stata colpita da granate, subì gravi danni e fu spogliata degli arredi. L’ultimo restauro é terminato nel 1979 con la ristrutturazione del coperto, il risanamento delle pareti e la costruzione delle scale del campanile. Un tempo, prima della Grande Guerra, sopra l’altare vi era una Pala raffigurante San Vigilio ed altre due ai lati: a destra quella di S.Antonio Abate, a sinistra quella di S. Eustachio (protettore dei cacciatori). Ora, al centro, c’è un altorilievo in legno, sempre con il soggetto precedente, dello scultore della Valgardena Stuffer; a destra è stata posta una tela che presenta S. Antonio Abate, opera del pittore Cima di Villa di Villa, mentre a sinistra, in luogo della Pala di S. Eustachio è stato inserito, opera di G. Modolo, un dipinto che ritrae S. Giuseppe mentre lavora nel suo laboratorio sotto gli occhi di Maria e di Gesù. Si noti il disegno del pavimento in cotto. Esso è in tavelle rettangolari disposte a spinapesce, mentre verso la zona presbiteriale le tavelle sono piccole e quadrate disposte con disegno lineare. È un esempio, questo, tipico delle chiese absidate. Questo affresco è forse il più antico fra quelli presenti nella Chiesa di San Vigilio e risale all’inizio del 1400. Raffigura la Madonna seduta con Gesù sulle ginocchia mentre San Nicola li benedice. Questi personaggi si staccano dalla parete di fondo, decorata a fiorami, con incisività. La cura con cui viene descritta la scena ed anche i toni dei colori ci riportano ad un pittore proveniente dal Nord. Degna di nota è la finestra a feritoia che si trova sopra il capo di S. Nicola perché è un elemento tipico degli edifici culturali del X e XI secolo.
Fonte: prolococolsanmartino.it
Trincea del Monte Moncader
Osservatorio di Collagú
Chiesa parrocchiale di Soligo
La parrocchia di Soligo è intitolata ai Santi Pietro e Paolo. La prima attestazione della cappella primitiva è del 3 febbraio 1212 con la citazione del “portico della chiesa di San Pietro di Soligo“. Di quella antica chiesa non rimane traccia se non nella massiccia mole del campanile. Infatti la chiesa venne radicalmente risistemata a partire dal 1720.Tra le due grandi guerre le mutate esigenze di culto richiesero un ampliamento della chiesa, il cui progetto fu affidato nel 1924 al celebre architetto Giovanni Possamai di Solighetto, il quale senza eliminare completamente il vecchio edificio, concepì uno spazio del tutto nuovo che, per l’effetto d’insieme che trasmette può essere chiamato “tempio”, quasi un adattamento gergale dei presupposti laici dell’architettura neoclassica. Gli interventi di ampliamento non hanno privato l’edificio del suo originario aspetto campestre, favorito anche dalla posizione sul fianco del colle di San Gallo. Una lapide murata dietro l’altar maggiore ricorda le tappe dei lavori. La chiesa parrocchiale contiene numerose opere d’arte.
Fonte: Prolocosoligo.it
Alternative:
Nel nostro sito sono presenti alcuni itinerari ad anello con la possibilità di percorrere tratti del Sentiero delle vedette
Itinerario 57. Tra storia e prosecco: Collagù, Col Vinal e Col Baldachin
Itinerario 58 – Soligo, Col Maor, Collagù e San Gallo
Itinerario n.75: Farra di Soligo, Gor della Cuna, Sentiero delle Vedette, Collagù, San Gallo.
Autore:
Mirco Salvador