Panoramica:
Un favoloso percorso, per 80% su fondo sterrato, alla scoperta delle trincee della prima Guerra mondiale sulla cima del Castel Cesil (1142 m.slm) e del Monte Tomba (868 m. slm).
Con partenza da Caniezza, salendo lungo il segnavia 211 che porta al Castel Cesil, 3,5 Km di pendenza media del 22% (con picchi del 35%). Proseguendo poi lungo la cresta fino a raggiungere il Monte Tomba, e scendendo lungo il segnavia 213 che porta a Cavaso, con un favoloso panorama sulla Pianura Veneta, i colli Asolani, il Montello ed il Piave.
Assolutamente da praticare con scarpe da trekking o Trail running, nella parte alta del segnavia 211 consiglio anche i bastoncini.
Chilometraggio:
13,78 Km
Dislivello complessivo:
905 m.d+
Descrizione tecnica:
L’itinerario parte da Piazza XIII Martiri, situata a destra del municipio di Cavaso del Tomba, località Caniezza, ottimo luogo per lasciare il mezzo.
Con la piazza alle spalle si prosegue verso destra lungo Via S.Pio X, dopo 120 m., alla chiesa, si prosegue verso sinistra su via Cogolà, e da qui, come punto di riferimento, si segue sempre il segnavia 211 Castel Cesil.
Dopo 200 m. si svolta a sinistra, poi si percorrono altri 250 metri ancora a sinistra e, dopo poco, la strada diventa sterrata e la salita più ripida.
Mantenendo sempre il sentiero principale segnalato con cartelli o segni bianchi e rossi, dopo 1,8 Km, in prossimità della casa, si svolta a sinistra seguendo sempre il segnavia 211, poi si svolta a destra e si prosegue sul sentiero di fronte, raggirando così l’abitazione.
Si arriva e si prosegue attraversando la radura in direzione del cancello di una seconda abitazione, si continua poi lungo il sentiero che costeggia la recinzione, successivamente si raggiunge e si prosegue dietro al capitello fino ad arrivare all’asfalto.
Qui si prosegue verso destra, poi, dopo 220 m., si abbandona la strada asfaltata seguendo il sentiero a sinistra segnalato dal segnavia 211 e dalle righe bianche rosse in tra l’albero e la roccia. In questo punto la salita diventa ancor più ripida e, facendo attenzione a seguire i simboli rossi e bianchi o le scritte 211 sulle rocce, dopo 520 m., si raggiunge l’asfalto della SP141, che collega Malga Doch a Cima Grappa.
Dopo aver scavalcato il guardrail si prosegue a sinistra, poi alla curva successiva, che svolta a destra, si possono ammirare, all’esterno della curva, delle trincee della prima guerra mondiale, mentre all’interno si prosegue lungo la scalinata con la targhetta sulla quale c’è scritto “SENTIERO DEL FANTE”. Successivamente si prosegue in un tratto di trincee, alcune postazioni vedetta e grotte, fino a raggiungere un’area picnic. Si imbocca poi il sentiero di fianco, raggiungendo così la cima con la croce del Caste Cesil in cui, nei giorni limpidi, c’è la possibilità di ammirare un favoloso panorama sui Colli asolani, il Piave, Il Montello e la pianura.
Si percorre a ritroso l’ultimo tratto fino alla panchina, poi da qui si segue il Sentiero Europeo E7 e le indicazioni Monte Tomba.
Nel primo tratto di 750 m il sentiero si sviluppa nel bosco, mentre negli altri 800 su radure e pascoli che raggiungono Malga Doch. Si prosegue così per altri 200 m., oltre la malga, lungo la SP10, si abbandona poi l’asfalto imboccando il sentiero a destra, successivamente dopo 800 m. si raggiunge la Cima del Monte Tomba con la possibilità di ammirare, oltre al favoloso panorama, le trincee, la chiesetta con un favoloso mosaico ed il monumento ai caduti.
Con la scritta Cima Monte Tomba di fronte si prosegue a sinistra, in discesa, sull’asfalto di Via Monfenera, per 750 m., dopodiché, arrivati al cartello Agriturismo Croda Bianca, si svolta a sinistra.
Da qui inizia lo sterrato del segnavia 213 direzione Cavaso del Tomba: lo si segue in discesa fin giù a Cavaso, seguendo sempre anche i segni rossi e bianchi.
Dopo 350 m. si raggiunge l’agriturismo, perciò si oltrepassa il cancello del recinto delle mucche (IMPORTANTE: ricordarsi sempre di chiuderlo), si raggiunge l’altro cancello d’uscita e si passa oltre anche questo. Successivamente si prosegue lungo il sentiero.
Si percorre nel bosco di castagni un tratto di 1,3 Km, dopodiché si arriva ad una radura con un rudere coi segni bianchi e rossi e con il numero 213 (Numero del segnavia). Si percorre così la radura verso destra, per poi inoltrarsi di nuovo tra i castagni tenendo il sentiero.
Dopo 500 m., con le prime abitazioni incontrate, la carrareccia diventa asfaltata, ma dopo altri 200m. si svolta a destra in via Bastia e poi a sinistra (ancora in Via Bastia).
All’incrocio a destra si continua su via Capovilla (per chi volesse idratarsi all’incrocio si procede a sinistra su Via Laste per 50 m., dopodiché, subito dopo la chiesetta, c’è una fontanella. Successivamente si ritorna all’incrocio).
Dopo 220 m. si arriva in Via S.Pio X. Si prosegue perciò verso destra, dopodiché si passa di fronte al Monumento ai Caduti di Cavaso e infine si continua lungo Via S. Pio X per 880 m., fino a raggiungere Piazza XIII Martiri, luogo dove abbiamo lasciato all’inizio il nostro mezzo.
Punti di partenza
Piazza XIII Martiri, a destra del municipio di Cavaso del Tomba, località Caniezza
Fontanelle d’acqua potabile
Subito dopo la chiesetta di Via Laste a Cavaso del Tomba
Mappa
Traccia gps:
Punti d’interesse:
Castel Cesil
Il Castel Cesil è un monte che si trova lungo il massiccio del Grappa ed ha un’ altezza di 1142 m.slm.
Per chi vuole osservare da vicino le trincee che testimoniano i mesi drammatici del 1917-1918 sul Massiccio, le trincee sul Monte Palon e quelle vicine di Castel Cesil sono una tappa quasi obbligata perché propongono un viaggio nella memoria attraverso una delle linee di difesa orientale del Grappa meglio conservate, grazie anche al paziente lavoro di recupero del Gruppo Alpini Possagno. Entrambe le postazioni divennero essenziali nel corso dell’annus horribilis, a ridosso del Monte Tomba, punto di controllo sul Piave e per questo sede di linee di difesa di “massima resistenza”.
Le trincee di Castel Cesil sono raggiungibili a piedi attraverso il sentiero CAI 212, che parte da Cavaso del Tomba, oppure si può arrivare dalla cima del Monte Tomba e da qui prendere una strada bianca in direzione ovest, che passa da Malga Miet. Si arriva prima a Castel Cesil, poi sul Monte Palon. Il sentiero Monte Tomba-Cima della Mandria attraversa tutti questi luoghi. Oggi si possono ammirare, accanto alle trincee, le diverse postazioni di artiglieria, le gallerie destinate al deposito dei materiali, le baracche per il ritrovo della truppa e l’osservatorio.
Fonte: massicciodelgrappa.it
Monte Tomba
Alto 868 metri, il Monte Tomba segna il confine fra le province di Treviso e Belluno e offre una vista straordinaria – a 360 gradi – sulle vette feltrine, ma anche sulla pianura veneta, sulle colline asolane e sul Piave. Il panorama non è certo l’unico elemento di suggestione di questo luogo singolare: qui arrivano ogni anno migliaia di visitatori sulle “tracce” dei tanti camminamenti e delle trincee che testimoniano le vicende della Grande Guerra in quella che di fatto era l’estrema propaggine orientale della linea di difesa del Massiccio del Grappa.
Di qui passava la linea difensiva del Grappa e del fiume Piave dopo la disfatta di Caporetto e per questo fu uno dei punti in cui la pressione imperiale si fece più sentire. A lungo contesa dagli eserciti avversari, anche attraverso violenti attacchi di artiglieria e combattimenti metro per metro, la dorsale del Tomba tornò definitivamente in mano italiana nel giugno del 1918 con la battaglia del Solstizio.Proprio sotto la cima si visitano le trincee del Doc, intitolate al General Serret. Da qui parte un percorso storico che accompagna l’escursionista fino a Cima della Mandria passando dalle trincee di Castel Cesil e del Monte Palon, egregiamente recuperate dagli alpini.
Il Monte Tomba è anche un luogo di incontro, di cultura e di convivialità: vicino alla cima trovano posto Malga Da Miet e Malga Doc, dove molti escursionisti si fermano per rifocillarsi. La casa degli Alpini è spesso animata da iniziative e commemorazioni, mentre la caratteristica spianata sulla sommità è stata valorizzata, nell’ultimo decennio, grazie anche all’azione del Comune di Cavaso del Tomba, come spazio per concerti e spettacoli teatrali.
Fonte: massicciodelgrappa.it
Chiesa alpina del Monte Tomba
Cavaso ed il Monumento ai Caduti
Cavaso del Tomba è situato ai piedi del monte Tomba da cui trae il nome. Il primo documento che parla di Cavaso e del colmello di Virago è del 780 d.C (la donazione di Felice Chierico alla figlia dei terreni in “loco Capati, vico Viriacus”). Di epoca medievale sono i fortilizi della Val Cavasia, ed è documentata la presenza dei Collalto e di rami collegati. Nel 1337 vari signori locali, guidati da Guecello Tempesta, consegnarono il territorio a Venezia nella speranza di ricevere migliore trattamento rispetto agli Scaligeri. Il mutamento politico dell’area fu determinato dalle fasi belliche che intercorrono tra il 1356 e i primi due decenni del Quattrocento: la congiura del 1356, il dominio dei Carraresi fino al 1388. La vita amministrativa della pievania di Cavaso era quella di una federazione, detta Università di Cavaso, formata da otto piccoli comuni. Tra la seconda metà del XV e il XVI secolo, il clima di relativa pace favorì il fiorire di varie attività economiche legate soprattutto all’arte della lana, che non conobbero interruzione nemmeno durante gli eventi della lega di Cambrai, poiché la Valcavasia si trovava in una posizione defilata rispetto ai luoghi di combattimento. I danni più gravi li fece il terremoto del 1695 che abbatté più di metà dell’abitato. Il secolo XVIII si chiuse con la caduta di Venezia, che aveva rappresentato il momento economicamente più felice. Le dominazioni francesi e austriache dissestarono il territorio e l’economia, a causa delle vicende belliche e le tasse. Gli austriaci trasformarono Cavaso in frazione di Asolo per tutto il 1814 e 1815. Le vicende politiche non toccarono più il paese, che non partecipò ai moti del 1848. Dopo l’annessione al Regno d’Italia nel 1866, le vicende storiche rilevanti si fermano fino alla Grande Guerra: Cavaso nel periodo 1917-1918 è posto in prima linea ed è semidistrutto dalle granate, il 10 novembre 1917 venne emanato l’ordine di sgombero. Il rientro dei profughi avvenne solo nel febbraio 1919. La seconda guerra mondiale fu caratterizzata dalla lotta partigiana e i rastrellamenti del Grappa: la gente di Cavaso fu costretta ad assistere all’impiccagione di 13 partigiani. Oggi il comune conta 3000 abitanti.
Fonte: siusa.archivi.beniculturali.it
Il Monumento ai Caduti di Cavaso del Tomba -“Monumento al Fante”- è un grande edificio dall’intonaco rosso al centro del paese, tra le borgate di Pavejon e di Capovilla. Al suo interno, fino al 2020, sono state ospitate le scuole medie statali. Nell’androne d’ingresso all’edificio sono collocate, in tutto, cinque fra lapidi e lastre, di cui tre relative alla prima guerra mondiale (due contengono l’elenco dei Caduti, la terza, composta da due parti affiancate, il Bollettino del generale Diaz n.1268 con l’annuncio della Vittoria del 4 novembre 1918) e due relative alla seconda guerra mondiale (con l’elenco dei Caduti). Sulla facciata esterna dell’androne, in alto, la scritta “CAVASO DEL TOMBA AI SUOI CADUTI”.
Il monumento ai Caduti di Cavaso del Tomba venne realizzato negli anni ’30 del novecento, ampliato e aggiornato a metà degli anni ’60.
Fonte: pietredellamemoria.it
Curiosità:
Il tratto del percorso dal Castel Cesil alla cima del Monte Tomba fa parte del sentiero E7, il quale appartiene ad una serie di 12 sentieri europei a lunga distanza.
Il suo percorso inizia a Lisbona in Portogallo, poi attraversa la Spagna, supera i Pirenei e dopo la Costa Azzurra arriva in Italia. Attraversato il Monte Baldo, scende verso l’Adige, supera il massiccio del Grappa e giunge a Milies, per proseguire ad est verso Vittorio Veneto e raggiungere la Romania.
Autore:
Mirco Salvador